
Sabato ho partecipato a
Catanzaro al convegno per la presentazione del numero speciale di
MicroMega dedicato al
caso Calabria col titolo (tratto da una splendida frase di Vaclav Havel) “
La legalità è il potere dei senza potere”. C’erano giuristi, avvocati, giornalisti, un sacerdote,
Sonia Alfano, i ragazzi di
Ammazzatecitutti, tanti cittadini e alcuni magistrati (i pochi che, a Napoli, hanno osato rompere il silenzio della magistratura associata e castale, firmando un appello di Marco Del Gaudio e Raffaello Magi per solidarizzare con De Magistris).
C’era anche il pm
Luigi De Magistris, che s’è limitato a un saluto, ribadendo che intende continuare a fare il magistrato fino alla pensione, e intende farlo solo in Calabria. Già, perché da questa settimana comparirà, in contemporanea con
Clementina Forleo, dinanzi al Csm per affrontare la
prima delle prove che lo attendono nei prossimi mesi: il procedimento disciplinare intentatogli all’unisono dal cosiddetto ministro della
Giustizia Mastella e dal Pg della Cassazione, cui seguirà il
17 dicembre la decisione sulla richiesta del cosiddetto ministro Mastella di trasferirlo d’urgenza, in via cautelare, lontano dalla Calabria.
Nel convegno di Catanzaro, ci siamo ritrovati tutti d’accordo su un punto fondamentale:
il “caso De Magistris” e il “caso Forleo” non esistono. Esiste il caso, ben più generale e pericoloso, di un
grumo trasversale di potere e di poteri, non soltanto politici, che non vogliono farsi processare, anzi vogliono continuare a rubare possibilmente indisturbati, e hanno scelto le vicende della Calabria e delle scalate bancarie per sperimentare un nuovo tipo di rapporto fra politica, economia, informazione e magistratura.
Riscrivendo i princìpi di Montesquieu e svuotando la Costituzione repubblicana, sognano una nuova divisione dei poteri, che suona pressappoco così: politica ed economia rubano, l’informazione tiene il sacco e la magistratura fa il palo. Questa è la partita che si apre da oggi al Csm. Al convegno, ha voluto essere presente a distanza anche lo scrittore
Antonio Tabucchi, con un intervento scritto che compare sul sito
www.micromega.net e che pubblico qui di seguito.
Ministro Mastella, si dimetta
di Antonio Tabucchi