Signornò
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A furia di cambiar nomi e leader, il
centrosinistra non ha
ancora risposto a due domande fondamentali. Perché, dalla caduta di
Prodi, il Pd ha perso tutte le elezioni? E perché nell'ultimo anno ha
lasciato per strada
4,1 milioni di voti?
Senza risposte chiare, l'emorragia degli 'ex voti' proseguirà,
nonostante l'impegno profuso in primarie, congressi, tesseramenti e
arrapanti dibattiti sul partito liquido o solido (ma soprattutto
gassoso). Quattro anni fa, estate 2005, prima dello scandalo di
Bancopoli, il centrosinistra era 10-15 punti sopra il centrodestra.
Oggi si ritrova
11 punti sotto (anche per le divisioni della sinistra). E i sondaggi fra gli elettori parlano chiaro: le colpe più imperdonabili sono
l'indulto e la mancata legge sul conflitto d'interessi.
Oggi chi compì quelle scelte scellerate, anziché ritirarsi a vita
privata, seguita a pontificare e si accinge a riprendersi il partito.
Massimo D'Alema
si dipinge addirittura come colui che "più di ogni altro tentò di
risolvere il conflitto d'interessi". Balle. Stefano Passigli ricorda
che "alla vigilia del voto del 1996 si preferì evitare che Berlusconi
potesse fare la vittima".
D'Alema si recò in visita pastorale a Segrate per annunciare urbi et
orbi a Confalonieri e al Gabibbo che "Mediaset è un grande patrimonio
del Paese" (in realtà, lo era solo dei suoi azionisti). Poi proseguì
sulla stessa china con la Bicamerale. Ora scopriamo che non si fece una
legge doverosa
per non far piangere il Cavaliere. Come
rinunciare a punire l'eccesso di velocità, il furto e la rapina per
evitare che pirati, ladri e rapinatori se ne abbiano a male. Geniale.
Quanto all'indulto, c'è ancora qualche giapponese nella jungla che lo
difende: l'ineffabile
Luigi Manconi, l'ex sottosegretario alla
Giustizia che in tandem con Mastella concepì il 'liberi tutti' del
2006, scrive sull'Unità che "l'atto di clemenza ha fatto bene al
carcere e alla società". Infatti una ricerca dell'Università di Torino
dimostrerebbe che "più carcere si fa, più si delinque" (forse perché,
più si delinque, più carcere si fa).
Tenetevi forte perché il presunto ragionamento è portentoso: su 30 mila
indultati (più migliaia di persone liberate dalle pene alternative e
altre che in carcere non sono più entrate), "il tasso di recidiva è del
28,4 per cento. meno della metà del tasso di recidiva della
popolazione detenuta" non indultata. Ergo l'indulto avrebbe
"contribuito alla sicurezza collettiva". Par di sognare. Intanto perché
il tasso di recidiva degli indultati, a soli tre anni di distanza, non
tiene conto di chi è tornato a delinquere ma
non è stato scoperto.
Eppoi, se quasi 10 mila indultati su 30 mila sono tornati dentro,
l'indulto ha prodotto 10 mila nuove vittime che, senza indulto, non
avrebbero subito alcun reato.
Manconi potrebbe esporre la sua bizzarra teoria ai parenti dei morti
ammazzati o alle donne violentate da gente uscita con l'indulto. E poi
affiggere manifesti con lo slogan: 'Vota Pd, c'è pure Manconi'. Così,
per vedere l'effetto che fa.
(Foto di iperio da flickr.com)Segnalazioni
Siamo due studenti universitari di 21 e 23 anni. Abbiamo inviato una lettera al presidente della Repubblica, giorni fa, per esprimere la nostra delusione, ma anche nel tentativo di ricevere qualche spiegazione, di vedere uno spiraglio di luce. Non abbiamo ancora ottenuto risposta...
Di Nino Stefano, Noemi Alagia