
Ho fatto un sogno. Anzi ho avuto
un incubo: elezioni anticipate del 2009, gli italiani vanno al voto col "nuovo" sistema proporzionale approvato dopo un anno di estenuanti trattative tra il leader del
Partito del Popolo, cavalier Silvio Berlusconi, e quello del
Partito Democratico, il primo cittadino Walter Veltroni.
Dalle urne le due formazioni politiche escono fortissime, spartendosi equamente il 70 per cento dei consensi. In parlamento deputati e senatori, non eletti, ma
scelti dai rispettivi segretari (nessuno ha voluto reintrodurre il sistema delle preferenze), danno la fiducia a un
governo di centrosinistra Veltroni (sinistra), Berlusconi (centro). Un esecutivo destinato ad essere confermato nelle successive quattro legislature.
Poi mi sono svegliato e leggendo i giornali ho scoperto che il
centrodestra si è spaccato: Berlusconi, Fini, Casini, vanno ciascuno per la loro strada. Solo che gli ultimi due lo facevano già da un pezzo. L'unica novità è che adesso
anche Berlusconi si dice disposto a discutere una riforma elettorale.
Mi sa che mi rimetto a dormire. Fate trillare la sveglia tra 25 anni.